Certi vasi nascono cocci

3 settembre 2008

Certi vasi si riempiono e basta.
Fanno tutto da soli, di solito.
Poi però, quando scivolano e si rompono è difficile – pressoché impossibile – ritrovare tutti i cocci e incollarli per ricreare quella forma che già prima di cadere era persa, spezzata.
Certi vasi nascono cocci.
E quei silenzi, quel cercare senza fare rumore è solo sintomatico. Necessario. A non sentirsi troppo.
Finché si scopre che è un modo assurdo per sprecare energie, tempo perso a sembrare vaso rimanendo cocci.
Allora ci si ferma, si smette di cercare e si fa un lungo respiro lento. Di quelli che alitano verso l’infinito.
E si ammette.
Che la natura, quella cosa che dentro ci fa essere, non si doma. Non si può plasmare tanto meno imporre. Neanche a se stessi.
E’ così che forse, guardandosi attraverso ogni pezzo sparso, si smette di mentire. Essere vaso non è poi così perfetto. E’ solo un modo per costruirsi un obbiettivo, un super-eroe da venerare e imitare.
Si fa di tutto pur di non accettarsi.
Pur di non ammettere che le imperfezioni, le mancanze e le deformità che ci appartengono sono esattamente dove devono essere.
I cocci smettono di stridere tra loro.
Il vaso non esiste.

Foto Bg