Appunti di lettura di ‘Chi ama torna sempre indietro’ e dei romanzi rosa.
Gli appunti che seguono sono stati ispirati dalla lettura del romanzo’ Chi ama torna sempre indietro’ di G.Musso ma spaziano verso ragionamenti soggettivi sui ‘generi’ e gli approcci. Forse risulteranno sgradevoli, per chi predilige un certo approccio alle storie o l’autore, ma non vogliono essere né assolutistici tanto meno critici nel senso più negativo del termine.
Da Wikipedia:
Viene detto romanzo rosa quel genere di romanzo che narra vicende amorose e passionali a lieto fine venate di romanticismo e dedicate soprattutto ad un pubblico femminile.
Ho sempre avuto difficoltà a ragionare considerando il sesso del potenziale lettore. A parte quest’annotazione personale, penso che ‘Chi ama torna sempre indietro’ possa rientrare nella categoria ‘romanzo rosa’ seppure con le dovute eccezioni. Nel senso che, nel romanzo, si rintracciano elementi di fantasia evidenti legati all’opportunità del protagonista di ‘viaggiare nel tempo’ per tornare indietro di trent’anni. Poi ci sono tutta una serie di elementi ‘introspettivi’, di analisi del protagonista e, sul finale, di altri due personaggi principali, che – di fatto – allentano la pressione ‘rosa’ per concentrarsi sui drammi personali, ombelicali se vogliamo usare un termine molto di moda oggi.
L’ho comprato da uno di quegli espositori che nei grandi ipermercati sbucano all’improvviso tra mutande ed elettrodomestici. Erano anni che non leggevo un romanzo così. E a quel ‘così’ non intendo attribuire un significato negativo, non necessariamente. La trama è evidentemente un elemento chiave e già dalle prime pagine il lettore capisce – sa – dove sta andando.
Forse anche per questo ho avuto dei problemi, mi sono dovuta imporre di finirlo.
In particolare, tre nodi.
Uno. E’ il primo romanzo da due anni e oltre, dove non ho sottolineato, annotato o pastrocchiato quasi per nulla, leggendo. E per me è un indicatore rilevante. Ogni capitolo inizia con una citazione, molte delle quali le ho cerchiati e rilette. Per il resto non ho trovato frasi o punti capaci di colpirmi, che sentivo di voler riprendere in seguito o segnalare in eventuali appunti di lettura. E questo non perché sia ‘scritto male’ qualsiasi cosa voglia dire. Affatto. Scivola, scorre senza intoppi, il linguaggio è semplice (con qualche termine ‘fuori registro’ che però può dipendere dalla traduzione), i capitoli sono brevi e strettamente collegati, la trama è ben sviluppata, non ci sono ‘buchi’ o sospesi, anzi. Eppure il mio sentire si è fermato lì. A un ‘tutto’ fluido, coerente, mediamente accattivante, tendenzialmente tenero. Nessun guizzo.
Due. Il buonismo dilagante. Inizio precisando che negli ultimi anni sono cambiati molto i miei gusti ma soprattutto le percezioni che ho di una storia. Preferisco nettamente intrecci realistici, dove luce e ombra si mescolano e non si da nulla per scontato. E questa lettura me lo ha dimostrato. In ‘Chi ama torna sempre indietro’ ci sono moltissimi elementi smaccatamente positivi. I personaggi sono comunque e sempre ‘buoni’ anche quando sbagliano il lettore avverte la volontà dell’autore di assolverli. Agiscono con l’intenzione di fare bene anche quando il risultato non corrisponde. Hanno si, alcuni tratti ‘neri’, da cattivi, ma sono brevissimi, parentesi sempre risolvibili (e il lettore lo sa, senza accelerare la lettura, lo avverte).
Poi il finale. Non c’è niente da fare: sono arrivata alla fine pensando che storie così (al di là degli elementi fantasiosi ma gradevoli) non solo non esistono, ma sono anche nocive. Giuro. E lo ribadisco: non è la storia in sé, l’intreccio o le costruzioni stilistiche. E’ questo alone di luce che acceca, procura bruciori di stomaco e tramortisce. L’idea di questo amore indissolubile, immenso perfino quando ci sono ore di aereo che separano gli innamorati, o trent’anni o la morte. E’ l’idea che si possa essere sempre (o quasi) così smaccatamente coerenti, onesti nonché pronti ad afferrare ogni possibilità per redimersi e riconquistare ‘un posto al sole’. E’ la volontà precisa e calcolata di concludere la storia chiudendo ogni porta nel modo migliore. Tutto quadra, si potrebbe dire che ‘torna al suo posto’ nonostante le difficoltà, i capovolgimenti e le sorprese. Tutto è inondato da questo caramelloso senso di pace infinita e amore traboccante. Ed è troppo, non mi viene in mente un altro modo per spiegare cos’ho provato. Troppo.
Tre. La trama verte, come accennavo, su alcuni elementi di fantasia. Al protagonista vengono date dieci pillole in grado di riportarlo indietro nel tempo, di trent’anni esatti, quando la sua vita è cambiata radicalmente perché l’amata è morta improvvisamente.
Ora.
Ci sono precise teorie sui c.d. ‘universi parelleli’ ma anche sul fatto che ‘cambiando i fattori in gioco il risultato finale è destinato inevitabilmente a mutare’.
Per tutte queste considerazioni, ogni tanto, leggendo ho sentito degli scricchiolii. Forzature, diciamo. Non che io sia in grado di stabilire, per ogni azione mutata, l’esatta e precisa contro azione corrispondente, nessuno lo è. Eppure certi espedienti usati mi hanno lasciata perplessa. Proprio per l’inquadramento del romanzo stesso dove c’è si, l’elemento evidentemente fantasioso, ma c’è anche la volontà di raccontare una storia concreta, con riferimenti (anche storici) precisi e tratteggi verosimili. Allora, in mezzo a tutta questa somiglianza con la realtà, certi dettagli, passaggi, mi sono sembrati ‘ pro trama’ in modo ecclatante. Come se l’autore li trascinasse in una precisa direzione perché così doveva essere, perché solo così poteva arrivare al risultato.
In conclusione, non è un romanzo che sconsiglierei.
Dipende dal tipo di lettore e dal momento in cui lo si legge.
Bisogna essere predisposti a entrare in una precisa atmosfera. E definirla ‘rosa’ mi sembra ridicolo, limitante. La storia d’amore è il fulcro di tutto. E’ per ‘amore’ che i personaggi agiscono, che accadono ‘cose’ e stravolgimenti. Ma è di un preciso amore che si scrive. Quel tipo che non ammette eccezioni tanto meno repliche. Quel tipo che sconfigge davvero tutto, che tira fuori praticamente solo ‘lati positivi’, capace di giustificare o almeno capire, perfino i comportamenti meno nobili.
Amore per un’altra persona, la vera e unica ‘metà’ perfetta.
Ma è anche Amore per una figlia a cui non si rinuncerebbe mai.
E infine, Amore per ciò che è giusto, positivo e propositivo in ogni cellula.
Chi ama torna sempre indietro
di Guillaume Musso
Rizzoli – libri oro, 2008
Isbn: 9788848603775
Barbara Gozzi, 1/8/2008