Escalation

30 gennaio 2009

L’escalation era nell’aria. Avrei dovuto prevederla, io poi che con queste cose ci sto sempre attenta mi sono fatta distrarre dal tempo (cazzo, ma che freddo c’è quest’anno?) e da certe questioni che va beh, meglio evitare.
Comunque me lo sentivo.
Che l’atmosfera stava cambiando.
Per prima è arriva una mail.
Una delle solite infinite ignote e spammose mail su feisbuc che come diavoleria elettronica è una gran boiata ma finisco sempre per farmi ipnotizzare (ok, lo ammetto: a leggere le stronzate degli altri mi faccio un sacco di risate). Comunque. La mail veniva da un gruppo che ovviamente manco ricordavo di aver sottoscritto, e il testo era questo:

Love has nothing to do with hate. Many people think that hate is the opposite side of love. That is not possible because pure love is a way of being. It is free of your ego and is not trying to manipulate anything or anyone. (Not that the ego is bad, not at all, we can´t live without it, but we must be very alert to it, so we can direct it with the love from within us.) Manipulation is just a lack of morals, ethics and lots of love. The love that I practice and want to spread is free, pure and can´t hurt anyone. It is unconditional. Which also means that you can´t run out of it, it is always there. So just LOVE ♥
Love C.

L’ho sbirciata e già dalle prime righe mi sono detta: cazzo ma san valentino è fra due settimane!
Infatti pure quello mi era sfuggito.
Ma il punto era un altro.
Che a leggere certe puttanate non ho più lo stomaco. O la pazienza.
Love love love.
Ma sta C ha sbattuto la testa?
No, perché, siamo sinceri che passati i trenta è ormai il caso: chi è che ci crede ancora? Dai, per alzata di mano. Appunto.
Comunque ho chiuso il feisbuc assassino e amen. Cioccolata calda, tv oltre l’una (rotazione di CSI su Fox Crime con cellulare staccato) poi nanna.
Ma la mattina dopo mi aspettava il secondo round e io cretina che già non ci pensavo più (non avevo considerato la possibilità che l’escalation conoscesse l’accelerazione percentualmente proporzionata al grado di sfiga del ricevente ovvero moi).
Comunque.
La mattina dopo, ore sette e ventiquattro accendo la macchina e parte la radio a palla come al solito (in disco non ci vado più, causa : evidente stato di avanzamento senilità, per cui mi posso permettere assordamenti durante i soliti transiti inutili).
Volume altissimo allora. Credo fosse sul novantadue. Credo.
E’ stato mentre domavo una rotonda di quelle che non sa mai fare nessuno (traduzione: tutti, con la gente che si mette al volante), mentre imprecavo e usavo l’occhio dietro il collo per evitare collisioni, la radio bastarda decide che è il momento di sviolinare.
Parte un Battiato inconfondibile.
Anzi.
‘Il’ Battiato.
Ovvero questo:

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te

La pelle mi si è accartocciata, avevo gli occhi sparati fuori dalle orbite (un pò anche per le imprecazioni di cui sopra, in effetti) ma quel che è peggio è che mi è arrivato il nodo in gola. Ebbene si. Il nodo da ‘merda, se ci casco sono fregata ma poi, se anche non ci credo, faccio finta che sia vero e lo voglio anch’io un uomo così’. Eggià. Una maledetta seccatura. In macchina poi, con dodici minuti di ritardo al lavoro, gli altri pazzoidi sulle quattro ruote ben intenzionati a non farmi arrivare intera e lui – ‘il’ Battiato – che si mette a fare il cantastorie a tradimento.
Cazzo, ho pensato, qui ci vuole un’azione d’urto.
Perché poi, va bene il san valentino imminente che di suo porta una discreta dose di asinate, va bene anche la mail di una sconosciuta fumata ma ecco, il Battiato che cura no. No e poi no.
Il resto della giornata ho pensato, ripensato, macerato.
Ma non è che poi mi potessi aspettare di cambiare idea. Direi proprio di no.
Se esistesse ‘un’ Battiato che cura, ucciderei per tenermelo. Ovviamente. Se esistesse manco lo farei uscire di casa (perché, cosa c’è di strano? Se lo fanno in certe regioni alle donne, non vedo per quale motivo non possa valere anche il contrario). Dunque chiuso in casa. A mantenere la baracca ci penserei io, se esistesse.
Considerando però che è para-normale (o dis-umano o extra-terrestre), uno così, allora dico che magari si potrebbe evitare di cantarlo in certi momenti che gli effetti collaterali (immobilizzazione immediata del soggetto e instupidimento simultaneo) ti fregano.
Ma la sera, a casa, dopo un aperitivo con le solite amiche che dell’escalation portavano già sfregi evidenti (poverette), mi sono riempita la vasca. Oli essenziali, schiuma a gogo, riscaldamento al massimo (alla faccia delle bollette) e cuffie collegate all’mp3.
Depeche Mode. ‘I’ Depeche.
Oh.
Così si che tutto torna. Davvero. Provare per credere.
Love love love e la cura si sono lasciati addomesticare al secondo loop.

I’m going to take my time
I have all the time in the world
To make you mine
It is written in the stars above
The gods decree
You’ll be right here by my side
Right next to me
You can run, but you cannot hide

Morality would frown upon
Decency look down upon
The scapegoat fate’s made of me
But I promise now, my judge and jurors
My intentions couldn’t have been purer
My case is easy to see

I’m not looking for a clearer conscience
Peace of mind after what I’ve been through
And before we talk of any repentance
Try walking in my shoes

Dave Gahan è uno che ci va giù ‘pari’, e mi pare pure giusto. A parte il fatto che quando ti abitui a vivere come lui sta questione del ‘love love love’ già ritrova altre dimensioni, si auto-inspigolisce diciamo (auto-inspigolisce non è italiano, lo so, ma alzi la mano chi non ha capito. Appunto.).
A parte che non si può avere quella voce lì e cantare ‘la cura’, non si può no.
Comunque.
Resta il fatto che perfino con la testa sott’acqua, tra bolle e profumi nauseanti mi sono sentita meglio.
Meglio come ‘ok, ficcatelo nel e facci un giro’.
Quanto manca al quattordici febbraio?
Cazzo.
Decisamente troppo.

Sottotitolo: sembrano tutte scene ‘troppo’, invece non lo so. Altro che.

PERSONAGGI

Uno scrittorucolo in tentata emersione. Abbreviato come S_olo;
Vari editori, di numero imprecisato ma tutti diversi o quasi (dipende dalle esigenze del momento).

LOCATION

Dove vi pare (tanto non cambia niente) ma all’aperto, almeno si cambia l’aria.

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S_olo  Le vorrei lasciare il mio ultimo manoscritto. Guardi, parla di un uomo che…
Editore1  Per carità! Non ricominciamo con le faccende ‘di ombelico’ che ormai non fregano più a nessuno: poi, mi dia retta, è molto più terapeutico un professionista… psico quella roba lì. Mi creda. Né esce che è un altro.

S_olo  … poi, cosa vuole, c’è molto sesso perché è lì che si concentra la narrazione…
Editore2  Va bene, ma non mi dica che questa è letteratura! E che cavolo… spingi di quà, ansima di là, sono capaci tutti, perfino io, che ne ho letta di robaccia.

S_olo  Stavolta ho usato un altro registro, la protagonista è una giovane mamma che si destreggia tra il figlio piccolo, lo shopping e le amiche. Ma tutto in modo ironico, sa, frizzante….
Editore3  Ah, ho capito. Sono quelle robe da ‘pollastrelle’. Sarà anche intrattenimento ma insomma, siamo un pò strettini come target. Voglio dire: ai maschietti mica posso far leggere stè cretinate qui sulle cerette e tutto il resto!

S_olo  No, è un noir dove approfondisco l’omicidio di una donna mutilata….
Editore4  Si, si va bene. Ma insomma, non le sembra che di cronaca nera ne abbiamo già abbastanza? Poi, scusi, lei non è un giornalista, vero? Appunto. Allora guardi, certe volte c’è bisogno dell’occhio allenato di uno che di mestiere ci sta addosso, a certe tragedie. Perché poi, ci scappa una questione sulla tal goccia di sangue o sulla strumentalizzazione dei pianti… non ha idea del casino…

S_olo … è tutto incentrato sulle interviste che ho fatto davvero a queste donne precarie, solo che nella narrazione….
Editore5  Senta un pò: ma di sesso ce ne ha messo? No, perché, nella trama ci sta alla perfezione e riusciamo ad ingrandire il bacino d’utenza…

S_olo  Ho dovuto studiare molto, le condizioni sociali di allora, la guerra, la situazione geo politica…
Editore6  Vabbuò, ma non è che stiamo esagerando? Alle gente, magari, viene anche voglia di leggere robetta leggera ogni tanto, se no si sparano poveracci….

S_olo … alla fine smette di mangiare del tutto e muore.
Editore7  Mi faccia vedere un attimo… no, non lo scritto, lei. Ah no. Non ci siamo per niente. Le sembra che la posso mandare in tivvvvù con quella faccia lì? Poi, senta, parlo piano così non si imbarazza: lei l’ha mai fatta una dieta seria? No perché, le farebbe bene sa.

S_olo   Ho cercato uno stile misto, mio insomma, allacciandomi alla passione per…
Editore8  Ma lei chi è, in definitiva? Ce l’ha il valore aggiunto? Il manoscritto lo leggo dopo, caso mai. Però bisogna chiarire questa faccenda altrimenti perdiamo tutti tempo prezioso. Allora? Vizi? Segreti? Conoscenze?… Roba da matti: questi vengono qui a rompere i coglioni e non si sono scopati neanche un cane….

S_olo   … non assomiglia a nessuna delle famose trame di fantasy, mi creda, ho puntato molto sull’originalità…
Editore9   Ottimo. E un romanzo storico, no? Glielo dico perchè oggi sono molto ricercati. Anche i fantasy, specie per ragazzi, per carità… solo che con lo storico, magari un pò fantasy sfondiamo di sicuro….

S_olo   Lo stile è ermetico, asciutto direi. Volevo far arrivare i personaggi senza perdermi in virgole e punti…
Editore10   E una storia d’amore c’è vero? Le passioni, i batticuori, le attese… lasci perdere la faccenda dell’attentato, cosa crede? Anche quelli lì che fanno casini in politica o nell’esercito si innamorano! Figuriamoci…

S_olo esce di scena correndo e urlano.

Cosa si fa quando si ha l’impressione di avere una vita sbagliata?

Non ti seguo. Ma come parli? Sembri un poeta bohemienne.

Dico sul serio, la pianti? Ce la fai a sostenere un discorso serio per dieci minuti al giorno?

Ok, ok, non ti scaldare. Siamo suscettibili oggi. Allora, cos’è che dicevi?

Niente. Stronzate post romantiche demenziali.

Sei un gran bel tipo, però. Cosa c’è poi di così sbagliato nella tua vita?

Non ho detto che parlavo di me.

Ah no? Come vuoi. In che percentuale?

Cosa?

Lo sbaglio.

Diciamo il sessanta, settanta per cento.

Azz. Allora è roba grossa.

Ti ho detto che non importa.

Ballista. Comunque secondo me dipende da cosa intendi per ‘sbagliato’.

Addirittura? Adesso processiamo le intenzioni di una parola? Finiamola qui e basta.

La smetti di alzare la voce? Chi è che scappa adesso? Intendevo dire che può essere sbagliato nel senso di. Come dire. Diverso da quello che uno si aspettava. O magari. Insomma. Sbagliato come scombussolato, incasinato, deprimente. Non sono mica la stessa cosa.

Sbagliato come stonato, troppo doloroso. Va bene così?

Forse dovresti smetterla.

Oh?

Di fingere.

Cosa c’entra adesso? Ti ho detto che.

Ti senti sbagliato perché questa vita qui non è la tua, in realtà. E’ un’architettura per il tuo ologramma. Per quello che vuoi o devi essere. Fai tu.

E chi sarei, allora? Spara. Sono curioso adesso.

Un maledetto granello di sabbia.

Ricordi

15 gennaio 2009

L’odore intenso, avvolgente, dolciastro di un profumo che stava sempre dentro una scatola rosa antico misto all’arancione, con la scritta enorme in nero. Io la fissavo, la scatola, con la punta dei piedi mi allungavo il più possibile ma non ci arrivavo mai. A prenderla. E quell’odore, che sapeva di buono, era ovunque a casa di mia nonna. Sui divani, sul cuscino, tra i vestiti, quando la abbracciavo. Chiudevo gli occhi e mi sentivo bene.
Il profumo era Paris.
E c’è ancora, a casa di mia nonna.
Solo che lei non se lo ricorda granché ormai.
Il signor A. si sta nutrendo del suo cervello. Ogni giorno di più. Divora e porta via quello che può, dalla sua testa: persone, mobili, odori, suoni.
Ricordi.


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Ieri, leggendo un post di Barbara Garlaschelli che chiedeva dei ricordi, mi è venuto in mente questo.
Ed è straordinario il potere dell’istinto, la forza dei frammenti che abbiamo incastrati in testa senza neanche saperlo. Certe volte è una scossa, un’enorme siringa silenziosa. Arriva. Inietta. Sparisce.
Quel preciso odore mi è tornato addosso davvero.

(Post pubblicato su ProgettoButterfly di agosto 2008)

Bozzoli

11 gennaio 2009

Lo sente sorridere, sa, che sta sorridendo.
Anch’io ti voglio bene, le risponde ed è davvero un sussurro faticoso eppure talmente intenso da cancellare tutto. Non ci sono i macchinari attorno a loro. Non c’è gente che entra ed esce, sbircia e scuote la testa. Non sente più i vaghi singhiozzi trattenuti di Maddalena, appoggiata da qualche parte nella piccola stanza. Non esiste più niente. Attimo sospeso destinato a diventare immortale, eterno. Simone e lei nuotano, si elevano, restano così, inghiottiti. Appiccicati. Stretti in un abbraccio che non ha confini, mani e corpi indistinguibili. Il suo collo è immobile, lei chiude gli occhi e ha un sorriso beato che le spacca la faccia. Sopra: occhi gonfi, enormi e deformati. Sotto: guancie tirate, labbra stese in un’espressione serena, beata.
Ti voglio bene sarà per sempre una caramella destinata a non sciogliersi mai, che procura carie continue, genera batteri che si moltiplicano tra il tartaro e le gengive arrossate e fragili, sangue che scivola nello spazio tra un dente e l’altro.

Foto Bg