Stropiccia i capelli. Flette le gambe. Ruota il collo.
Il sogno sta svanendo eppure l’occhio è ancora lì. Davanti a lui.
“Vattene!”
La voce è impastata. Ruvida.
“Cosa vuoi?”
Non risponde. Fluttua in modo che il suo viso, ispido per la barba incolta, ne noti ogni più piccolo dettaglio.
Afferra il cuscino, Paolo, e ci immerge il volto. Chiude le palpebre e le strizza furiosamente.
Quando si stacca dal tessuto se n’è andato, l’occhio. Paolo rimane in silenzio. Non deve più tornare. E’ un’allucinazione subdola, questa dell’occhio che lacrima, si nutre del suo cervello, glielo succhia dall’interno. Di continuo.
Lo rispedirà al mittente, questo farà. Si adopererà affinché lei lo riceva, e allora si, sarà libero.
Sarà.
Libero.

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Estratto della short story ‘E’tornato al mittente’ finalista al concorso ‘Image not found’ e presto pubblicato per intero nell’omonima antologia edita da Eumewil.