BARBARA  Sei sicura?
ALICE   Certo. Cos’è che ti fa stare sulle spine, oggi?
BARBARA   Non lo so… magari potevo darti un altro finale…
ALICE   Ma non è un finale. Lo sai.
BARBARA   Si, si, ok… non sottilizzare. Intendevo…
ALICE   Compagno o maritino, almeno un figlio (magari in arrivo che fa molto ‘occhi a cuore’) e l’azienda con Luca una multinazionale? Ma ti sei ammattita? Quella non è la mia vita! Eih? Ci sei?

ALICE   Senti. Non lo so cos’è che oggi ti rende così… inquieta ecco. Però credimi, io sto bene così. Non lasciarti fregare dal tuo lato perbenista… l’hai scritto anche tu proprio ieri! ‘A volte le regole vanno infrante per sopravvivere’ o una cosa così… allora?
BARBARA   (sospiro) E’ che…
ALICE   Non stare in pensiero per me, non ce n’è bisogno… starò bene, anzi, benissimo…
BARBARA   Non fare l’esagerata proprio con me, lo so che non sei il tipo, da stare benissimo.
ALICE  Scusa, ci ho provato.
BARBARA  (si alza) Allora vado.
ALICE  (sorriso) Goditi la domenica coi tuoi, dai! Non fare quella faccia… io sono sempre qui, dove diavolo credi che vada!

ALICE  (si alza) Ah, senti! Una cosa che puoi fare per me ci sarebbe… non è che mi puoi immaginare alta, biondiccia e con due tette da paura…?
(risata generale)

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Foto, dialogo con un personaggio e inquietudini di Bg

Non sono

17 aprile 2008

Ogni tanto penso ancora di non aver trovato.
‘Non aver trovato’ in generale, come concetto intendo, né persone inquadrate in un
certo modo tanto meno situazioni regolari, nella norma insomma.

[…]… in coda a questo ‘trenino sghembo’ ci sono io che non sono né carne né pesce – e, per concludere gli incisi, non c’entro niente neanche con frutta o verdura.
Ci sono io 
si, che nonostante tutto sbatto contro muri invisibili e giro come una trottola per qualcosa che neanche ricordo.

[…]
In questo momento mi mancano di più le persone morte. Delle vive.
E non è proprio un buon segno, secondo me.

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Foto di BG.

Note sulla fotografia: risale a martedì scorso (18 marzo 2008), i colori sono naturali, non c’è manipolazione, il verdastro ‘sporco’ e il giallo ‘sfumante’ sono – insieme con il nero – tonalità decisamente frequenti nelle campagne emiliane (specie nei momenti di transito tra la notte e il giorno o viceversa); il grigio, invece, che qui non c’è assorbe praticamente tutto ma solo quando si alza la nebbia.
Note sul testo: questi stralci fanno parte di una storia nuova che si è ‘stabilita’ nella mia testa da qualche settimana. Sono bozzoli, brandelli di parole della protagonista. Li ho scritti di getto, come si usa dire ‘di pancia’ e rileggendoli non c’è dubbio che lì dentro ci sia un pezzetto di me che probabilmente in questo periodo ha più bisogno di gridare qualcosa al mondo. Senza la pretesa di essere (ascoltato) o l’intento (di andare in un posto preciso), anzi. Gridare e basta.

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Contaminazione apparsa sul blog di Declinato al femminile.
Breve spiegazione di questo nuova voce QUI.